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 Ricercatore responsabile e tecnico analisi informatiche:
 Garofalo Giuseppe
 Equipe Nucleo S.I.R.I.O.: Studio Investigativo Ricerca Indipendete Operativa


Pellegra Prima Parte



Parte 01: Pellegra, indagini territoriali, atterraggio astronave!


Il Cremonese
 Pellegra, weekend con gli alieni
 Castelleone

 "Venite a vedere cosa è successo in un campo a Pellegra. Il Mais è tutto a terra e le piantine abbattute disegnano un specie di cerchio":
 con queste testuali parole inizia l'articolo pubblicato nel quotidiano locale "Il Cremonese" di domenica 27 luglio, grazie dell'invito e non per curiosità, ma per seri motivi di studio siamo andati a vedere di persona.


Immagine satellitare, zona dell'atterraggio occultata con bassa risoluzione.



PELLEGRA: "campo con evidenti segni di bruciatura"

 La prima volta che ci siamo recati all'interno del campo bruciato non è stato possibile compiere un adeguato sopralluogo, per la presenza di acqua mista a fanghiglia che lo rendeva impraticabile insieme alle zanzare che lo infestavano, rese aggressive dal caldo torrido. Questa volta invece il terreno era secco, con le classiche spaccature, e all'interno sono emersi molti altri particolari:
 A) una porzione considerevole di piante è totalmente sradicata e direzionata verso l'esterno.
 B) Manca una parte di granoturco, che si manifesta completamente assente.
 C) Alcune piante sono tagliate di netto appena sopra la radice, resta fuori una parte esigua di fusto.
 D) la vegetazione di granoturco disposta a muro, è sana nella sua struttura primaria, ma è secca e disidratata al massimo, con segni di bruciatura, mentre la radice resta sollevata da terra, come se fosse stata risucchiata verso l'alto.
 E) Le piante sono curvate con una esposizione a pancia verso l'esterno, una modifica strutturate, senza segni di frattura o lesione del fusto.
 F) Le pannocchie nel perimetro dell'esagono non esistono, mentre nel granoturco circostante hanno rallentato la maturazione.
 G) I pochi fusti della zona più vuota sono senza foglie, si presentano schiacciati per terra, tanto da seguire i solchi del terreno con frantumazione, indizi di compressione dovute ad un peso notevole.


Grazie alla collaborazione di due fratelli del posto, appassionati di volo, è stato possibile entrare in possesso di foto aeree scattate con il deltaplano... Erroneamente a quanto si pensava all'inizio, la forma non è circolare o ellittica, ma bensì più complessa: esagonale.





Il disegno esagonale, che compone struttura interessata, è evidente sommando la zona totalmente spoglia con quella investita dalle bruciature, grazie ai lati netti e rettilinei formati dalle piante secche disposte a parete, resistenti ai nubifragi che hanno investito la zona. Tengo a precisare che è stato dedotto dal contesto generale che il fenomeno (l'impronta geometrica) non è di fattura recente, ma bensì anteriore, anche di diverse settimane fino al massimo di un mese.




Da una analisi più attenta delle foto aeree spiccano all'interno dell'esagono stesso, altre forme geometriche che interessano le piante rimaste integre ma poste a rotazione verso i bordi, nella loro ombreggiatura e orientamento disegnano delle strutture simmetriche e coordinate fra di loro, mentre i punti cardinali sono disposti secondo:
 A) verso il Nord-Sud nei due lati retti opposti del poligono, distanti 15 metri.
 B) verso Est-Ovest. nei due angoli più acuti che si oppongono con una distanza di oltre 18,5 metri... i lati misurano 9 metri circa.




L'aspetto e' assai differente dal classico fenomeno dei "crop circles" , sia per la tecnica impiegata per la realizzazione, sia per la tipologia della piantagione, oltre a differenziarsi per il mancato delineamento che definisce la struttura geometrica del disegno, dove e' chiara la progressione verso l'alto dei fusti, proprio in prossimita' della demarcazione circolare: questo ultimi, oltre a presentare una forte alterazione biologica (come se soggetti ad essiccazione per causa di presenza di fonti di calore ad alta temperatura, radiazioni elettromagnetiche, ecc.,) mostrano una struttura ricurva, come se fosse un punto critico causato da un contrasto con una massa sferoidale o tondeggiante






Il materiale raccolto oltre a presentare sintomi di bruciatura, essiccamento e disidratazione causata da carenza di liquidi, ha delle macchie da esposizione prolungata o intensa a un campo radioattivo-energetico, solo le analisi possono dirci di quale specie sia, preciso che sono stati trovati degli insetti morti all'interno del fogliame, in mezzo alle pieghe, qualcosa/qualcuno ha improvvisamente colpito le piante non permettendo agli insetti di essere al sicuro;

 la pioggia non ha deturpato minimamente questi particolari essenziali, proponiamo quindi una tesi differente da quella classica, un intervento anomalo, inspiegabile se non in maniera esobiologica.

 NOTE:
 All’inizio della seconda ripresa la videocamera ha presentato un effetto di sfarfallamento dell’immagine, simile alle tessere del mosaico, come investita da un disturbo radioattivo, è da capire se dovuto al luogo precedente o a quello, attuale, che si stava filmando e visitando.
 La presenza nella zona di altri fenomeni di devastazione nel mais, il primo a pochi centinai di metri in direzione di quello situato vicino al Cascinale, l’altro a Romanengo, a qualche km di distanza, ma che non è stato possibile individuare per la mancanza di conoscenza della zona e di precise indicazioni.


Le foglie sono accartocciate su se stesse, come se avessero subito un forte calore, il tessuto biologico è diventato scuro, al tatto è sottile e delicato, continua a scricchiolare nello sfregamento con le dita, sembra come papiro, essiccato al massimo.

 La forma della composizione non è circolare, ma sembra del tipo ovale, meglio precisare che compie un semicerchio che nel curvare sfuma verso la fine dando una forma più ellittica.




Gli arbusti del mais hanno tutti una esposizione a pancia che curva verso l'esterno, è così, infatti molto bene riferisce il quotidiano: "... in cui i fusti del granoturco sono schiacciati verso l'esterno. Come se qualcosa, dall'alto, li avesse pressati. Il più è capire cosa : La deduzione è ovvia, è l'unica spiegazione plausibile visto il contesto...


Giuseppe Garofalo durante il sopralluogo



la desolazione si presenta ai nostri occhi, il terreno è fangoso (impermeabile), l'acqua ristagna, diversamente da suolo adiacente, le piante tutt'intorno sono piegate con una costante curvatura, si presentano secche e scure, come se fossero bruciate ed irradiate,
quelle a terra sono marce, disposte grossomodo a pettine, sempre in senso vagamente rotatorio; i cespugli d'erba: sono la sola cosa viva all'interno, il mais riverso sul terreno è privo di pannocchie, che misteriosa fine hanno fatto?




Gli arbusti del mais hanno tutti una esposizione a pancia che curva verso l'esterno, è così, infatti molto bene riferisce il quotidiano: "... in cui i fusti del granoturco sono schiacciati verso l'esterno. Come se qualcosa, dall'alto, li avesse pressati. Il più è capire cosa : La deduzione è ovvia, è l'unica spiegazione plausibile visto il contesto...



...continua la Seconda Parte: analisi dei campioni 





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